8 dicembre, Immacolata Concezione


 

Mediatrice, Corredentrice e Regina

"Maria ebbe (durante la sua vita) delle così grandi crescite nella grazia e nella sapienza di Dio, una fedeltà così perfetta al suo amore, da strappare l’ammirazione... a Dio stesso. La sua umiltà profonda fino all’abbassamento totale lo affascinò, la sua purezza tutta divina lo attirò, la sua fede viva e le sue preghiere frequenti e amorose lo forzarono. La Sapienza è amorosamente vinta da così amorose ricerche... Oh, quale fu l’amore di Maria che ha vinto l’Onnipotente!"

 

Maria è Mediatrice, Corredentrice e Regina.
Queste sono le tre fulgide gemme che rendono sovranamente bella e potente l'Immacolata Madre di Dio.


 


La nostra Mediatrice

La mediazione universale fa parte della missione materna di Maria SS. verso il genere umano. L'Immacolata è la Mediatrice di grazia presso Gesù, unico Mediatore fra Dio e l'uomo. Ella, come Madre nostra, intercede sempre in nostro favore, anche quando noi non ricorriamo esplicitamente e direttamente a Lei. Per questo, oltre che Madre nostra, è anche la "Madre della divina grazia" e tutte le grazie che gli uomini ricevono, tutte, senza eccezione, vengono dal suo Cuore, passano per le sue mani.

Il Papa Pio IX scrisse che la Madonna, con la Sua dignità di Madre e Regina, stando alla destra di Gesù "ottiene ciò che domanda, né può restare inesaudita".

 

 


La nostra Corredentrice


Ma perché Maria è stata da Dio elevata a questo ufficio di Tesoriera di tutte le grazie?
Perché Ella con le sue sofferenze è stata da Dio associata a Gesù per salvare gli uomini; Ella cioè è la Corredentrice del genere umano.

Afferma S. Pio X nell'Enciclica "Ad diem illum" del 2 febbraio 1904 "Da questa comunione di dolori e di volontà tra Cristo e Maria, meritò Ella di divenire degnissimamente la Riparatrice del mondo perduto, e quindi la Dispensatrice di tutti i doni che Gesù ci procurò con la morte e con il sangue".

La Madonna quindi è Corredentrice e perciò stesso Mediatrice universale di tutte le grazie, come insegna San Pio X. E soprattutto per la grazia delle grazie, ossia la salvezza finale, rivolgiamoci alla Divina Corredentrice: Ella sa fare di ogni peccatore un giusto, di ogni redento un Santo.

 

 


La nostra Regina


Un'ultima importante verità riguarda la Regalità di Maria Santissima. La Madonna, nell'apparizione del 27 novembre 1830 a S. Caterina Labouré, poggia vittoriosamente i suoi piedi sul globo, e sembra dirci anche Ella come Gesù Re Divino "Non abbiate timore, io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33).

Inoltre, l'Immacolata tiene fra le mani un altro globo più piccolo che offre a Dio Padre. Se è vero che si può offrire solo ciò che e proprio, Maria può offrire a Dio il mondo perché esso Le appartiene, essendo stata costituita Regina dell'universo.

 



 

Immacolata Concezione della B. Vergine Maria

Vangelo
Lc 1,26-38


In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

 

 


Eco della Parola
«Uscire dai nascondigli»

 

Appare davvero sempre curioso il racconto della Genesi che leggiamo nella festa dell’Immacolata (Gn 3,9-15.20): soprattutto appare singolare quella scena in cui Adamo si nasconde tra gli alberi del giardino per non incontrare Dio. Sembra qui di vedere i nostri bambini, che quando l’hanno combinata grossa si nascondono ben bene, nella speranza di non essere scoperti dalla mamma o dalla maestra; e se per caso vengono smascherati, cercano subito di minimizzare l’accaduto, magari facendo ricadere la colpa sul fratellino o sull’amichetto.

Proprio così fa Adamo nel giardino delle origini: prima si nasconde; poi, quando viene scoperto, cerca di difendersi, accusando la donna che gli era stata posta accanto. In questo modo egli vorrebbe fuggire dalla sua responsabilità, evitando le conseguenze delle sue azioni: appunto come fanno i bambini, quando si accorgono di aver sbagliato, e non sanno come riparare.

Ai bambini, però, si perdona con facilità un simile atteggiamento: tanto più che le loro bugie durano davvero poco, perchè, in genere, molto presto sentono il bisogno di confidarsi con la mamma o con la maestra, per quindi dimenticare in fretta l’accaduto. Stupisce di più, invece, il comportamento di un adulto come Adamo, che certo non dovrebbe essere così infantile.

In realtà il comportamento di Adamo stupisce solo fino a un certo punto: perchè noi tutti, alla fine, ci riconosciamo in lui. Noi tutti, infatti, abbiamo l’infantile abitudine di nasconderci, fuggendo dalla nostra responsabilità.

Una tale abitudine assume certo figure diverse: in particolare, si esprime nelle molteplici paure che costellano le nostre giornate. Magari abbiamo paura di noi stessi, dei nostri limiti, delle nostre debolezze: e vorremmo sempre mascherarci, per evitare brutte figure. Oppure abbiamo paura degli altri, delle loro domande che ci appaiono spesso invadenti e importune, espressione di un’attesa impossibile, da noi subito rimossa e dimenticata. In fondo, noi vorremmo sempre evitare quei pensieri troppo seri e impegnativi che inquietano la nostra spensieratezza: in particolare, vorremmo sempre nascondere il pensiero della responsabilità, che ci sembra troppo alto ed esigente.

Cos„ dunque facciamo tutti noi, figli di Adamo. Ma non così fece Maria, anch’essa figlia di Adamo, eppure tanto lontana da un simile atteggiamento (cfr il Vangelo di domenica: Lc 1,26-38). Maria non si nascose davanti alla sua responsabilità, ma accettò con fermezza la missione che le veniva affidata. Certo, anche lei aveva le sue paure, ma ebbe il coraggio di dare voce a quelle paure, senza fuggire davanti ad esse. Soprattutto, Maria ebbe il coraggio di fidarsi più della promessa di Dio che delle sue buone intenzioni.

Appunto questo coraggio vogliamo domandare per noi, in questa seconda domenica di Avvento, mentre contempliamo la bellezza di Maria. Abbiamo già sperimentato troppe volte quanto sia inutile ed avvilente nasconderci davanti alla nostra responsabilità. La Vergine Immacolata ci aiuti allora ad uscire dai nostri nascondigli, a vincere le nostre paure, imparando la paziente fiducia di chi sa attendere il compiersi della promessa di Dio: di quella promessa che sembra lontana e nascosta, ma che in realtà è più vicina e manifesta di quanto sappiamo immaginare.

Don Elio Dotto

 


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