I BaMBiNi di TeReZin

 

 

I bambini di Terezin, la città fortezza che, dal 1942 ai 1944, nel periodo cruciale della seconda guerra mondiale, divenne ghetto dell'infanzia. Circa quindicimila bambini rinchiusi, strappati ai loro genitori e sottoposti ad un brutale regime di vita.

 

Da Terezin, furono deportati a Auschwitz e qui, avvelenati o bruciati. Alla liberazione, da parte delle truppe russe, soltanto un centinaio di ragazzi erano riusciti a sopravvivere alle brutalità delle SS. Ancora una testimonianza, un atroce documento della follia umana. Quattromila disegni e sessantasei poesie, sono i segni di quelle giovani anime strappate alla vita. Un documento attraverso il quale rileggere quegli anni con sguardi diversi; certamente meno cruento delle immagini foto-cinematografiche alle quali siamo abituati ma, altrettanto intenso.

Carlo Pecoraro

IL GIARDINO
                                              *poesia di un bambino di Teresin*


Un piccolo giardino, 
Profumato e pieno di rose.
Il vialetto è stretto
E un piccolo bambino vi cammina.
Un piccolo bambino, un dolce
bambino,
Come quei fiori nascenti.
Quando i fiori saranno sbocciati
Il piccolo bambino non ci sarà più.

FrantiseK Bass (nato il 4-9-1930, deportato a Terezin e ad Auschwitz muore 28-10-1944)
 

 LETTERA A PAPÀ

Mammina ha detto che oggi debbo scriverti
non ho avuto tempo, nuovi bimbi sono arrivati
dagli ultimi trasporti e giocare volevo
non mi accorgevo come fugge l'istante.


Mi sono sistemato, dormo sul materasso
per terra, per non cadere.
Almeno non c'è bisogno di farsi il letto
e al mattino dalla finestra vedo il cielo.

Ho un po' tossito, ma non voglio ammalarmi
così sono felice quando corro in cortile.
Oggi da noi una veglia si terrà
proprio come in estate al campo degli scout.


Canteremo canzoni conosciute
la signorina suonerà la fisarmonica.
So che ti meravigli di come stiamo bene
e che sicuramente ti rallegreresti di stare qui con me.

Qualcos'altro, papà: vieni qui presto
e sia più lieto il tuo volto!
Quando sei triste, mammina allora si dispiace
e dei suoi occhi mi manca lo splendore.


E hai promesso di portarmi i libri
che veramente da leggere non ho nulla,
per favore vieni domani prima che sia buio
del mio grazie puoi essere sicuro.

Ormai debbo finire. Da parte della mamma ti saluto
con impazienza aspetto il suono dei tuoi passi
nel corridoio. Prima che di nuovo con noi sarai
ti saluta e ti bacia il tuo fedele ragazzo.

Hajn