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        dicembre, Immacolata Concezione 
 
          
        
        Mediatrice, Corredentrice e Regina "Maria ebbe (durante la sua 
            vita) delle così grandi crescite nella grazia e nella sapienza di 
            Dio, una fedeltà così perfetta al suo amore, da strappare 
            l’ammirazione... a Dio stesso. La sua umiltà profonda fino 
            all’abbassamento totale lo affascinò, la sua purezza tutta divina lo 
            attirò, la sua fede viva e le sue preghiere frequenti e amorose lo 
            forzarono. La Sapienza è amorosamente vinta da così amorose ricerche... 
            Oh, quale fu l’amore di Maria che ha vinto l’Onnipotente!"    
               
            Maria è Mediatrice, Corredentrice e 
            Regina.Queste sono le tre fulgide gemme che rendono sovranamente bella e 
            potente l'Immacolata Madre di Dio.
 
            
    
              
 
            
            La nostra Mediatrice
 La mediazione universale fa parte della missione materna di Maria 
            SS. verso il genere umano. L'Immacolata è la Mediatrice di grazia 
            presso Gesù, unico Mediatore fra Dio e l'uomo. Ella, come Madre 
            nostra, intercede sempre in nostro favore, anche quando noi non 
            ricorriamo esplicitamente e direttamente a Lei. Per questo, oltre 
            che Madre nostra, è anche la "Madre della divina grazia" e tutte le 
            grazie che gli uomini ricevono, tutte, senza eccezione, vengono dal 
            suo Cuore, passano per le sue mani.
 
 Il Papa Pio IX scrisse che la Madonna, con la Sua dignità di Madre e 
            Regina, stando alla destra di Gesù "ottiene ciò che domanda, né può 
            restare inesaudita".
   
               
              
 
            La nostra Corredentrice 
            Ma perché Maria è stata da Dio elevata a questo ufficio di Tesoriera 
            di tutte le grazie?
 Perché Ella con le sue sofferenze è stata da Dio associata a Gesù 
            per salvare gli uomini; Ella cioè è la Corredentrice del genere 
            umano.
 
 Afferma S. Pio X nell'Enciclica "Ad diem illum" del 2 febbraio 1904 
            "Da questa comunione di dolori e di volontà tra Cristo e Maria, 
            meritò Ella di divenire degnissimamente la Riparatrice del mondo 
            perduto, e quindi la Dispensatrice di tutti i doni che Gesù ci 
            procurò con la morte e con il sangue".
 
 La Madonna quindi è Corredentrice e perciò stesso Mediatrice 
            universale di tutte le grazie, come insegna San Pio X. E soprattutto 
            per la grazia delle grazie, ossia la salvezza finale, rivolgiamoci 
            alla Divina Corredentrice: Ella sa fare di ogni peccatore un giusto, 
            di ogni redento un Santo.
   
               
              
 
            
            La nostra 
            Regina 
            Un'ultima importante verità riguarda la Regalità di Maria Santissima. 
            La Madonna, nell'apparizione del 27 novembre 1830 a S. Caterina 
            Labouré, poggia vittoriosamente i suoi piedi sul globo, e sembra 
            dirci anche Ella come Gesù Re Divino "Non abbiate timore, io ho 
            vinto il mondo!" (Gv 16,33).
 
 Inoltre, l'Immacolata tiene fra le mani un altro globo più piccolo 
            che offre a Dio Padre. Se è vero che si può offrire solo ciò che e 
            proprio, Maria può offrire a Dio il mondo perché esso Le appartiene, 
            essendo stata costituita Regina dell'universo.
   
 
               
   
            Immacolata Concezione della B. 
            Vergine Maria
 
    
            
            VangeloLc 1,26-38
 
            In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città 
            della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo 
            della casa di Davide, chiamato Giuseppe.
 La vergine si chiamava Maria.
 Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è 
            con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che 
            senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, 
            perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo 
            darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio 
            dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 
            e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà 
            fine”.
 Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. 
            Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te 
            stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà 
            sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, 
            tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è 
            il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è 
            impossibile a Dio”.
 Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di 
            me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
 
              
               
              
 
            
            Eco della Parola «Uscire dai nascondigli»
 
              
            Appare davvero sempre curioso il 
            racconto della Genesi che leggiamo nella festa dell’Immacolata (Gn 
            3,9-15.20): soprattutto appare singolare quella scena in cui Adamo 
            si nasconde tra gli alberi del giardino per non incontrare Dio. 
            Sembra qui di vedere i nostri bambini, che quando l’hanno combinata 
            grossa si nascondono ben bene, nella speranza di non essere scoperti 
            dalla mamma o dalla maestra; e se per caso vengono smascherati, 
            cercano subito di minimizzare l’accaduto, magari facendo ricadere la 
            colpa sul fratellino o sull’amichetto. 
 Proprio così fa Adamo nel giardino delle origini: prima si nasconde; 
            poi, quando viene scoperto, cerca di difendersi, accusando la donna 
            che gli era stata posta accanto. In questo modo egli vorrebbe 
            fuggire dalla sua responsabilità, evitando le conseguenze delle sue 
            azioni: appunto come fanno i bambini, quando si accorgono di aver 
            sbagliato, e non sanno come riparare.
 
 Ai bambini, però, si perdona con facilità un simile atteggiamento: 
            tanto più che le loro bugie durano davvero poco, perchè, in genere, 
            molto presto sentono il bisogno di confidarsi con la mamma o con la 
            maestra, per quindi dimenticare in fretta l’accaduto. Stupisce di 
            più, invece, il comportamento di un adulto come Adamo, che certo non 
            dovrebbe essere così infantile.
 
 In realtà il comportamento di Adamo stupisce solo fino a un certo 
            punto: perchè noi tutti, alla fine, ci riconosciamo in lui. Noi 
            tutti, infatti, abbiamo l’infantile abitudine di nasconderci, 
            fuggendo dalla nostra responsabilità.
 
 Una tale abitudine assume certo figure diverse: in particolare, si 
            esprime nelle molteplici paure che costellano le nostre giornate. 
            Magari abbiamo paura di noi stessi, dei nostri limiti, delle nostre 
            debolezze: e vorremmo sempre mascherarci, per evitare brutte figure. 
            Oppure abbiamo paura degli altri, delle loro domande che ci appaiono 
            spesso invadenti e importune, espressione di un’attesa impossibile, 
            da noi subito rimossa e dimenticata. In fondo, noi vorremmo sempre 
            evitare quei pensieri troppo seri e impegnativi che inquietano la 
            nostra spensieratezza: in particolare, vorremmo sempre nascondere il 
            pensiero della responsabilità, che ci sembra troppo alto ed esigente.
 
 Cos„ dunque facciamo tutti noi, figli di Adamo. Ma non così fece 
            Maria, anch’essa figlia di Adamo, eppure tanto lontana da un simile 
            atteggiamento (cfr il Vangelo di domenica: Lc 1,26-38). Maria non si 
            nascose davanti alla sua responsabilità, ma accettò con fermezza la 
            missione che le veniva affidata. Certo, anche lei aveva le sue paure, 
            ma ebbe il coraggio di dare voce a quelle paure, senza fuggire 
            davanti ad esse. Soprattutto, Maria ebbe il coraggio di fidarsi più 
            della promessa di Dio che delle sue buone intenzioni.
 
 Appunto questo coraggio vogliamo domandare per noi, in questa 
            seconda domenica di Avvento, mentre contempliamo la bellezza di 
            Maria. Abbiamo già sperimentato troppe volte quanto sia inutile ed 
            avvilente nasconderci davanti alla nostra responsabilità. La Vergine 
            Immacolata ci aiuti allora ad uscire dai nostri nascondigli, a 
            vincere le nostre paure, imparando la paziente fiducia di chi sa 
            attendere il compiersi della promessa di Dio: di quella promessa che 
            sembra lontana e nascosta, ma che in realtà è più vicina e manifesta 
            di quanto sappiamo immaginare.
 
             Don Elio Dotto 
              
 
            
            
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